“This Land is Your Land”
Testo e Foto di Silvia Cattaneo e Walter Ramperti
Una lunga cavalcata in moto attraverso gli scenari meravigliosi del New England.
Ho sempre avuto una forte attrazione per gli Stati Uniti d’America. Non c’è una vera e propria ragione. È come se qualcuno mi avesse conficcato qualcosa dentro, nella memoria, in profondità. Il sogno americano continua ad esercitare il suo fascino, vive nell’immaginario collettivo di chi vive negli Stati Uniti e soprattutto in tutte le persone che emigrano in America alla ricerca di fortuna e di condizioni di lavoro più dignitose.
In America è tutto più grande, la natura è forte, le città enormi e sovraffollate e le strade interminabili lingue d’asfalto che sembrano costruite proprio per esaltare la fantasia dei viaggiatori.
Il nostro viaggio, che partirà dal New Jersey, ci condurrà verso Nord lungo la costa atlantica in una delle regioni più affascinanti e ricca di storia di tutto il continente americano che risponde al nome di New England.
La storia del New England è la storia dell’America. I padri Pellegrini sbarcarono su queste coste a Plymouth nel Massachusetts. I Minutemen, membri della milizia delle colonie americane che dovevano essere pronti per la battaglia con preavviso di un minuto, lottarono per l’indipendenza proprio su questa terra.
La nostra avventura inizia da Wayne, una cittadina immersa nel verde del Garden State ovvero del New Jersey dove abbiamo partecipato allo strepitoso evento di Domenica e Marc una coppia di amici italo/tedesco/americana che ha coronato la loro storia d’amore con il matrimonio.
La mattinata, sotto un cielo plumbeo, non promette niente di buono. Siamo circondati da graziose casette in legno adagiate su prati molto curati ancora ricoperti di rugiada. Proprietà di pregio di varie forme architettoniche senza recinzioni che sembrano appartenere ad un luogo incantato ricco di animali selvatici come scoiattoli, procioni e daini. Su ogni costruzione, senza nessuna eccezione, sventola la bandiera americana. Imbocchiamo una mastodontica Highway a quattro corsie già molto trafficata nonostante l’ora, sono le sei e mezza, puntando verso New York che appare all’orizzonte con la silhouette dei suoi famosissimi grattacieli. Brividi prodotti più dalle emozioni che dalla fresca temperatura dell’aria attraversata come una freccia dalla cavalcata di questa fantastica Bmw R 1200 RS.
Il nostro itinerario lambisce Manhattan, daremo solo un piccolo morso alla Grande Mela, poi verso Nord nel Connecticut e nello stato di Rhode Island a Newport.
La città che si raggiunge attraversando un ponte straordinario è sede ogni estate di due importanti eventi musicali, il Newport Jazz Festival ed il Newport Folk Festival. A Newport si è disputata per anni la America’s Cup, la più famosa competizione per imbarcazioni a vela al mondo vinta dagli americani per 132 anni consecutivi e persa nel 1983 contro gli australiani.
L’architettura coloniale di Downtown è stata restaurata con gusto con particolare attenzione ai luoghi storici. Passeggiare tra le casette colorate in legno e gustare l’ottimo cibo servito nei ristoranti affacciati sul mare rende il soggiorno molto gradevole.
Entriamo nel cuore del viaggio, nel paese in cui passeremo la maggior parte del nostro viaggio, un luogo che i nativi chiamano lo Spirito dell’America, il Massachusetts. Martha’s Vineyard è la splendida isola che si raggiunge con un’ora di traghetto da Falmouth. L’isola non è grande, da un capo all’altro sono circa trenta chilometri. Ideale da visitare con una moto oppure in bicicletta.
Caratterizzata da scogliere a picco sul mare, spiagge lunghissime, fari poetici e sperduti, piccoli porti, grandi barche, case caratteristiche, affascinanti cittadine di pescatori, puzzole procioni tacchini in giro per strada, riserve naturali incontaminate e la costante sensazione di trovarsi un po’ fuori dal mondo. Un luogo ideale per tutti quelli che amano far ritorno alla natura primordiale, dove si mangia aragosta a pranzo e a cena e il sole e’ splendido.
Arrivando con il traghetto, siamo sbarcati direttamente a Vineyard Haven,
la cittadina più importante, principale centro commerciale dell’isola dove è decisamente piacevole passeggiare, con un bel porto e con un bellissimo faro, West Chop Lighthouse. L’altra cittadina è Oak Bluffs, conosciuta per la giostra più antica in attività di tutti gli Stati Uniti e per una lunga striscia sabbiosa che offre una serie di belle spiagge dove prendere il sole e fare il bagno, anche se l’acqua per noi mediterranei è gelata, ma soprattutto, a contraddistinguere la cittadina è Campgrounds, un intero quartiere in stile fantasy con case colorate e decorate nei modi più fantasiosi.
Edgartown, la terza cittadina dell’isola, vanta una storia di balenieri di una certa importanza. Nei dintorni, oltre a spiagge selvagge come Katama Beach, è molto bella anche la riserva naturale di Felix Neck, un paradiso per gli amanti di birdwatching. Interessante il capo a Sud di Aquinnah con le sue scogliere a picco sovrastate dal romantico faro solitario e le splendide viste a mare, che abbiamo raggiunto poco prima del tramonto seguendo una magnifica strada panoramica ricca di curve e saliscendi. Indimenticabile anche il rientro in moto a Vineyard Haven un po’ intirizziti dal freddo per colpa del nostro abbigliamento incautamente leggero.
Martha’s Vineyard è un posto incantevole dove ci siamo rilassati moltissimo. Non a caso anche il presidente Obama passerà una breve vacanza sull’isola.
Un traghetto ci riporta sul continente. Passiamo la notte a Hyannis, che sarà la nostra base di partenza per visitare l’isola di Nantucket, in un Bed & Breakfast molto particolare. Un luogo kitsch ricco di particolari e molto colorato. Ci sono stanze a tema: gufi, oche, gatti, cani e tartarughe. A noi tocca la camera delle oche tinteggiata con un bel verde prato abbinato a un rosso acceso. E’ ricca di particolari vale a dire un paio di dozzine di oche che sembrano scorrazzare allegramente nella stanza di tutte le fogge e dimensioni. La biancheria del letto a baldacchino spicca per fantasie improponibili, ma che tutto sommato incredibilmente non stona con il resto dell’arredamento della camera. Le scale sono ripide e scricchiolanti mentre i corridoi stretti e sghimbesci sono tappezzati di quadri, tappeti e cartelli di ogni tipo. Una specie di gran bazar gestito da due simpaticoni appassionati di motori e vecchie auto.
Nantucket, che si trova 50 chilometri a Sud di Cape Cod, si staglia bassa sull’orizzonte. Il traghetto, prima di entrare nel porto, segue le boe per evitare le secche. La cittadina ci accoglie con le sue caratteristiche viuzze acciottolate, i numerosi palazzi storici e le antiche abitazioni dei capitani di mare. Sembra di tornare indietro all’epoca della caccia alle balene, che di questo villaggio rappresentò il vero e proprio fulcro economico.
I primi abitanti della zona sono stati i nativi americani della tribù di Wampanoag ed è dal loro linguaggio che deriva il nome dell’isola che significa “terra lontana”.
Fino alla prima metà dell’Ottocento in quest’isola si trovava la più grande flotta di baleniere al mondo. Non è un caso che Nantucket rappresenti l’unico esempio negli Stati Uniti in cui un’intera cittadina sia stata nominata Monumento Storico Nazionale. Interessante il Museo Nantucket Whaling ospitato in una vecchia fabbrica di candele in cui ammirare uno scheletro di capodoglio di una quindicina di metri e una vecchia baleniera. La First Congregational Church, una chiesa del Settecento. La Jethro Coffin House, l’abitazione più vecchia della città e l’Old Mill, il mulino a vento ancora in funzione più antico degli Stati Uniti.
Se Nantucket Town è pittoresca, Siasconset lo è ancora di più, con le sue tipiche case in legno dalle staccionate bianche, traboccanti di fiori e di giardinetti curati. In cima alla scogliera troneggia un faro gigantesco e numerose abitazioni private di lusso in legno affacciate sull’oceano. Nelle vicinanze anche uno strepitoso campo da golf. Meravigliosa la zona di Bluff Walk per una bella passeggiata con vista mare e l’aspra e selvaggia bellezza della costa del Coskata Coatue Wildlife Refuge, abitata da cervi, rapaci e uccelli acquatici dove seguire i percorsi fra dune di sabbia, boschetti costieri, paludi di acqua salata e stagni.
Dopo il rientro a Hyannis facciamo rotta verso Cape Cod ed il suo centro nevralgico Provincetown situato sull’estremità della penisola. Un centro vivace, dove ci imbarchiamo su una veloce nave per incrociare le numerose balene che vengono a mangiare al largo del Cape Cod. I cetacei sono molto vicini, una, giocherellona, viene a farci visita sotto bordo. Riusciamo anche a vedere il suo enorme occhio che scruta curioso verso il ponte affollato di turisti. Una meraviglia.
Provincetown è un vivace villaggio di pescatori, probabilmente il più interessante di tutta l’isola, caratterizzato da pittoresche casette in legno, rigogliosi giardini e intricate stradine. Lungo la strada principale ci sono negozi, bar, gallerie d’arte, personaggi bohémien di ogni tipo e vari locali rivolti per lo più a gay, femministe e ambientalisti.
Il villaggio è sovrastato dal Pilgrim Monument, una torre di granito costruita fra il 1907 e il 1910 per celebrare il primo approdo dei Padri Pellegrini, anche se questa versione riguarda solo la gente del luogo.
Alla punta settentrionale di Cape Cod, che significa Terra dei Merluzzi, fioriscono le Province Lands, immense distese di vegetazione, dune e sabbia a ridosso del mare. Un tempo Cape Cod non era un’isola, ma lo è diventata nel 1914, quando, per esigenze di navigazione, venne scavato l’omonimo canale, attraversato ancora oggi da due ponti che scorrono sulle uniche due strade esistenti.
Tutto il versante atlantico dell’isola, lunga più o meno 65 chilometri è parte del Cape Code National Seashore, un’area naturale protetta fortemente voluta dal presidente Kennedy, che volle preservarne l’originario e autentico aspetto naturale. Si tratta di una distesa di spiagge, dune sabbiose, acquitrini paludosi, sentieri per le escursioni e foreste, una vera e propria benedizione per chi ama stare a contatto con la natura incontaminata.
Chatham situato all’inizio del capo, elegante centro marittimo immerso nel verde della vegetazione è una delle cittadine più pittoresche di Cape Cod. Un posto ideale per fare una rilassante passeggiata fra le vie dell’elegante Main Street o per visitare il porticciolo, per osservare le foche che gironzolano in attesa di qualche appetitoso pesciolino e aspettare i pescherecci che scaricano il pescato del giorno. Molto bello il faro da cui si gode una veduta mozzafiato e il favoloso campo da golf affacciato sul mare.
Eastham merita anch’essa una sosta. Offre stupende spiagge e panorami stupendi soprattutto al tramonto. Interessante anche una bella passeggiata lungo i sentieri del Fort Hill Trail.
Ci lasciamo alle spalle Cape Cod per fare una sosta a Plymouth, il luogo in cui nel 1620 sbarcarono i Padri Pellegrini in cerca di un posto in cui erigere una nuova sede religiosa. Una spedizione piena di difficoltà all’inizio. Sono loro che hanno dato inizio alla colonizzazione del nuovo mondo: l’America. La città è stata resa celebre dalla famosa Plymouth Rock, la pietra dove la leggenda vuole siano atterrati i Padri Pellegrini.
Boston la capitale del Massachusetts ci accoglie. Elegante, bella e tutta da vivere.
La caratteristica di Boston, consiste nella modalità unica con cui riesce a coniugare una grande attenzione al passato e un’ambiziosa aspirazione verso la modernità. Passeggiando per la città non è raro infatti ammirare una casa storica dei tempi della rivoluzione posta accanto a un avveniristico grattacielo, un mix d’ingredienti affascinante.
Il Boston Public Garden è il più antico giardino botanico della nazione. Romantico, il grande parco cittadino è un’oasi preziosa per alleviare la calura estiva. Non è raro, passeggiando intorno al lago ricco di anatre che agilissimi scoiattoli vengano a prendere il cibo direttamente dalle mani.
Visitiamo anche il Quincy Market, un vivace mercato, il posto ideale per mangiare in qualche ottimo ristorante, comprare qualcosa su una delle numerose bancarelle oppure lasciarsi sorprendere da qualche eccentrico artista di strada. Imperdibile anche il rinomato New England Aquarium ricco di leoni marini, pinguini, lontre marine, otarie e, soprattutto, in una colossale vasca cilindrica di tre piani in cui nuotano, l’una vicina all’altra, creature marine enormi e pericolose con subacquei che le riforniscono di cibo.
Ci spostiamo di pochi chilometri per vedere Salem il paese delle streghe.
Nel villaggio la caccia alle streghe scoppiò nel 1691 dopo che alcune giovani dichiararono d’essere state vittime di un maleficio.
“L’epidemia” si diffuse a molte altre giovani del paesino e, essendo i medici incapaci di spiegare i fatti, venne dichiarato che le giovani erano vittime di Satana. Fu istituito un vero e proprio tribunale e furono incarcerate e giustiziate 20 persone tra donne, uomini e bambini. L’isteria generale si concluse dopo due anni. Oggi a Salem operano più di 400 “streghe autorizzate” e ben 22 negozi dove si possono trovare sfere di cristallo, polveri divinatorie, incantesimi vari ed esperte cartomanti. In pratica è Halloween tutto l’anno. Ci sono anche vari edifici interessanti da vedere: il Salem Witch Museum racconta la storia delle 20 persone innocenti accusate di stregoneria, il Witch Dungeon Museum rappresenta la ricostruzione di un processo alle streghe e la Casa dei sette abbaini l’abitazione che il Capitano John Turner fece costruire nel 1668 con i suoi labirinti e i segreti sotterranei. Ci concediamo anche un’ottima cena al ristorante Firenze gestito da un italo americano con vent’anni di esperienza in campo culinario nel capoluogo toscano.
Poco distante da Salem facciamo una sosta a Rockport un villaggio incantevole di pescatori affacciato sul l’oceano dove vengo anche multato per sosta non regolamentare, ho parcheggiato la moto fuori dagli spazi consentiti, da un pignolo tutore dell’ordine.
Entriamo nel Maine. La prima sosta è a Portland.
Questa piccola città portuale offre un sacco di opportunità per chi vuole mangiare bene e divertirsi nei locali notturni con musica dal vivo. Possiede anche un magnifico museo d’arte e un sacco di posti per godersi il famosissimo e caratteristico litorale roccioso. La città mantiene gran parte della sua architettura del XIX secolo con le tipiche costruzioni con mattoni a vista e il sapore dell’insediamento commerciale dei pescatori di una volta. Non offre granché tuttavia una passeggiata sul lungomare, dove le barche da pesca vanno e vengono oppure sulle strade di ciottoli del centro storico, regala ancora un fascino particolarissimo. Portland è conosciuta anche per le sue squisite aragoste proposte da tutti i ristoranti della città. Noi abbiamo cenato al Ristorante Street & Company davvero di alto livello.
Circondato da coste scoscese, dolci colline e spiagge di sabbia, Cape Elizabeth a pochi chilometri da Portland, con il suo faro in stile coloniale segna l’ingresso nella spettacolare Casco Bay. Non molto distante c’è anche Fort Williams con le sue rovine cariche di storia e il suo parco.
L’Acadia National Park è una vera e propria perla del New England, incastonato nella bellissima Mount Desert Island, un’isola della East Coast nonché il promontorio più alto della Costa Atlantica Nord Americana.
Un panorama naturale con tracce inconfondibili dell’era glaciale, dove milioni di anni di agenti atmosferici hanno scolpito il paesaggio in modo indelebile, creando così uno scenario di rara bellezza: valli strette e profonde, minuscoli laghi, fiordi, baie, rocce granitiche e creste montuose spoglie e arrotondate.
Il parco fu fondato nel 1919 e la sua realizzazione è merito sia del popolo del Maine sia di alcuni ospiti stranieri che passavano le loro vacanze estive nel parco, che hanno acquistato tutta la terra disponibile sull’isola, cedendola poi gratuitamente allo stato per creare un parco nazionale. Fra questi ha contribuito anche John D. Rockfeller, Jr. che, nel 1913 per protestare contro l’introduzione delle automobili sull’isola, finanziò la strada di ghiaia di ben 50 miglia percorribile in bicicletta all’interno del parco.
Dopo aver acquistato il biglietto d’ingresso partiamo con la nostra moto verso l’affascinante Cadillac Mountain, una montagna che offre dalla sua sommità magnifiche vedute a trecentosessanta gradi.
Molto bella e suggestiva anche l’inverosimile costa rocciosa di Schoodic Point, una distesa di giganteschi massi rocciosi su cui si infrangono con violenza le onde del mare.
Nell’Acadia National Park convivono circa cinquanta specie di mammiferi e più di trecento specie diverse di animali. Cervi dalla coda bianca, puzzole, procioni, castori, volpi rosse, topi muschiati, foche, marmotte, castori e aquile di mare dalla testa bianca.
Sono numerosi anche gli uccelli, molti dei quali si riproducono e nidificano proprio nel parco come le sterne e i pivieri, oltre alle numerose specie di anatre e gabbiani. Nell’entroterra non mancano anche diversi rapaci, picchi, piccoli uccelli di tutti i tipi e, talvolta anche gufi.
La cittadina di riferimento dell’Acadia National Park è Bar Harbour che ha molto da offrire per quanto riguarda divertimenti, negozi, ristoranti, taverne e gallerie d’arte. Nel piccolo porto si possono ammirare numerose lussuose barche a vela e c’è anche la possibilità di fare alcune escursioni in barca intorno al parco. Noi abbiamo scelto di fare un lungo giro per visitare i fari.
Abbandoniamo la costa atlantica e il Maine e ci dirigiamo verso l’interno per visitare un’altro importante parco naturale americano. Le White Mountains sono il secondo parco naturale più visitato degli Stati Uniti. Verdi colline, vette imponenti, vallate lussureggianti, laghi scintillanti, piste sciistiche in inverno, sentieri escursionistici di ogni tipo e meraviglie naturali. Siamo sulle alture del New Hampshire.
Passiamo la notte a Conway in un raffinatissimo cottage gestito da una cordiale signora. Sarà la nostra base di partenza per imboccare una delle strade più panoramiche del paese.
La Kancamagus Highway ha un andamento tortuoso che attraversa da Est a Ovest quasi tutta l’area delle White Mountains National Forest da Conway a Lincoln regalando scorci straordinari.
Siamo quasi alla fine del nostro viaggio. Per spezzare in due tronconi la lunga tappa odierna rientrando verso Sud facciamo una breve sosta nelle Green Mountains, una catena montuosa nello stato del Vermont, per usare un eufemismo, molto “verde” e rilassante, poi una lunga volata fino a Wayne nel New Jersey dove si conclude la nostra emozionante avventura. E quale finale migliore poteva essere se non partecipare ad un concerto di Bruce Springsteen figlio e simbolo di questa America piena di contraddizioni, ma nello stesso tempo unità sotto la stessa straordinaria bandiera, onnipresente in ogni casa, villaggio e città attraversate in questo lungo viaggio. La forza degli americani è proprio questa. Il senso di appartenenza ad un enorme paese che regala ancora l’idea di libertà.
“Nessuno potrà mai fermarmi
mentre percorro quella grande strada della libertà
nessuno potrà mai farmi tornare indietro
questa terra è stata fatta per te e per me”
This Land is Your Land di Woody Guthrie